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Channel: Bici d'epoca Archivi - urbancycling.it
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Raleigh Team Professional, anni “80

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La Raleigh Team professional fu introdotta nel mondo delle competizioni i primi anni “70 e  per oltre un decennio collezionò successi nelle grandi classiche, le corse a tappe ed i campionati del mondo fino a vincere il Tour de France nel 1980.

Fu il ciclista olandese Joop Zoetemelk  che proprio con una bici come questa vinse la “Grand Bouclé”, regalando ancora più prestigio al già famoso marchio britannico Raleigh.

La Raleigh Team Professional con il classico telaio in acciaio Reynolds é stata restaurata da Klaus Hogrebe di Eisenherz Bikes, che ha adottato al posto dell’originale Campagnolo Record dell’epoca, un gruppo altrettanto prestigioso, lo Shimano 600 Arabesque.

Fonte: eisenherz Via: cycleexif


recycling 7RE Bianchi donna anni “70

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Racconto di una storia a lieto fine. Come spesso accade anche questa bicicletta era stata rottamata e l’abbiamo trovata vicino ad un cassonetto della nettezza urbana in condizioni a dir poco disastrose.

Ci ha colpito subito la bellezza del telaio con le sue forme lineari ed ancora attuali malgrado sia stato realizzato presumibilmente negli anni “70 dalla storica azienda Bianchi.

Il restauro conservativo non era possibile poiché praticamente siamo riusciti a salvare soltanto il telaio, la forcella e cosa non da poco il fregio metallico Bianchi posizionato nella parte frontale della bici.

La scelta quindi é stata quella del restyling cercando di coniugare la tradizione e le attuali tendenze del ciclismo urbano in modo equilibrato e personale.

Quindi via parafanghi e carter, due tradizionali freni con leve al manubrio ed un cambio nel mozzo Sturmey Archer a 5 velocità per poter affrontare in agilità tutti i tipi di percorsi cittadini.

Due i colori adottati: argento metallizzato per telaio e forcella, i componenti in silver e color cuoio miele per sella, manopole Brooks e pneumatici.

Effetto finale sobrio ed elegante, la recycling 7RE sarà la compagna urbana a due ruote della nostra collaboratrice, nonché architetto Angela.

 

Fonte e foto: urbancycling.it ©

Bianchi Specialissima 1964. Road racing touring bike

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Questa Bianchi Specialissima del 1964 era in vendita sul web ed abbiamo colto l’occasione per proporvi queste belle immagini di una bicicletta che in quel periodo era molto performante ed assemblata con il meglio disponibile sul mercato.

Questo il dettaglio dei componenti utilizzati.

TELAIO: Bianchi Specialissima Columbus Tubi Rinforzati, FORCELLA: Bianchi Specialissima, SERIE STERZO: Bianchi floating internal 1”, MANUBRIO: TTT Gran Prix, 38cm, ATTACCO: TTT Gran Prix 105mm, LEVE FRENO: Universal Classic, FRENI: Universal Mod. 61, SELLA: Cinelli Unicanitor Mod. 65, REGGISELLA: Campagnolo Record 27.2mm, GUARNITURA: Campagnolo Record, 53t/45t 170mm, MOV.CENTRALE: Campagnolo Record, CATENA: Regina S.C., DERAGLIATORE: Campagnolo Record, w/cable stop, CAMBIO: Campagnolo Record, PACCO PIGNONI: Regina Gran Sport Corse 14-26t, MOZZI: Campagnolo Record, high flange 36h, CERCHI: Fiamme Red Label, 36h, RAGGI: “A” stainless double butted 4x cross, COPERTURE: Dugast, NOS tubular high TPI 700c, PEDALI: Campagnolo Record.

 

Fonte: ebay

Recycling 8RE Colnago

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C’era una volta un vecchio telaio Colnago andato in pensione dopo tanti anni passati a correre, ma con tanta voglia di tornare a rivivere in città. Così abbiamo accettato la provocazione ed é nata la Recycling 8RE.

Il telaio un po’ malconcio é stato prima revisionato, sverniciato completamente e riverniciato a liquido nel colore bordeaux lucido, mentre la bella forcella con il marchio Colnago é stata lucidata poiché la cromatura era ancora in buone condizioni.

La 8RE é una bicicletta urbana con cambio nel mozzo Sturmey Archer Duomatic e dotata di freni a su entrambe le ruote. Guarnitura e mozzo anteriore sempre Sturmey Archer, cerchi in alluminio Ambrosio, sella B17 e manopole in cuoio Brooks.

Il risultato é quello di una bici elegante e un po’ retrò, leggera, comoda e veloce nel traffico cittadino. Il cambio a due rapporti inoltre consente di poter affrontare anche i percorsi urbani più impegnativi.

 

Fonte e foto: urbancycling ©

Cinelli Mod.B 1955. Cambio Huret – Simplex

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Questa Cinelli Mod.B del 1955 ci riporta indietro nel tempo, quando la prestigiosa azienda Italiana già produceva da alcuni anni biciclette da corsa super leggere.

La storia della Cinelli parte da lontano e dalla Toscana, infatti la “Cicli Giotto Cinelli” nasce nel 1938-39 a Firenze, inizialmente per la produzione di attacchi e curve manubrio, e successivamente anche di bici.

Nel 1948 Giotto cede l’attività al fratello Cino, affermato campione del ciclismo eroico nel cui palmares figura un successo alla Milano-Sanremo del 1943, e la produzione viene trasferita a Milano dove é rimasta fino ai nostri giorni.

Questa Cinelli Mod.B prodotta nel 1955 rientra nella tipologia denominata SC Speciale Corsa, telai destinati alle competizioni ed inizialmente costruiti con tubazioni in acciaio Reynolds 531 per poi essere realizzati con le tubazioni italiane Columbus.

Di seguito le caratteristiche ed i componenti di questo bellissimo modello che si trova in svizzera e fa parte della collezione privata Speedbicycles.

Telaio e forcella: Cinelli – Misure: tubo piantone 54.5cm c-c (56cm c-f), tubo orizzontale 56cm c-c, peso 10.44kg – Guarnitura ruota libera e catena: Magistroni cottered 50/45t/Regina Gran Sport 4-speed freewheel/Brampton France – Deragliatore anteriore e posteriore: Huret Tour de France/Simplex Competition – Mozzi, cerchi e coperture: Atom alu 36h LF/alu 700/D’Alessandro Giro del Mondo tubulars – Freni e leve: Altenburger Mod.1 47-72/Weinmann, Huret – Piega e attacco: Pivo alu 36.5cm c-c/Pivo 85mm c-c – Sella e reggi sella: Renard/Campagnolo steel 26.4 130mm – Vernice, cromature e decals: celeste/front lugs, front fork crown, stay ends/Cinelli – Accessori: Pompa Silca

Fonte: Speedbicycles

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Legnano anni ’60. Bici bambina con ruote da 22″

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E’ stato per puro caso che abbiamo incontrato questa deliziosa bici da bambina Legnano anni 60 in ottimo stato di conservazione e non abbiamo potuto fare a meno di fotografarla.

Quello che colpisce immediatamente è la notevole cura dei dettagli e le rifiniture che sono le stesse che in quel periodo erano dedicate ai modelli più esclusivi prodotti dalla famosa azienda Milanese.

Guardando con attenzione questa bici in miniatura con i suoi colori, le scritte ed i fregi iridati il ricordo ci riporta immediatamente indietro nel tempo al periodo del glorioso ciclismo d’epoca, in particolare quello degli anni ’50/60 quando Ercole Baldini conquistò il Giro D’Italia ed il Campionato del Mondo su Strada nel 1958, appunto con la maglia rosso-verde oliva della Legnano.

Il bel color rosso rubino avrà fatto la gioia della bambina che in quelli anni ha pedalato su questa bici e pensando a questo, vogliamo proporvi le immagini dove si potrà apprezzare ogni dettaglio.

 

Legnano anni 60

Fonte e foto: urbancycling ©

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Colnago Mexico 1975. Restyling da Singapore

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La Colnago Mexico è stata una delle biciclette più conosciute della famosa azienda italiana, prodotta dal 1975 al 1988 ha fatto la storia del ciclismo di quegli anni e tutt’oggi ha moltissimi estimatori in tutto il mondo.

La bici che vedete in queste foto è stata realizzata a Singapore da Jonathan Giesecke, ispirato dal fascino vintage dello stile italiano e dalla passione per gli iconici marchi Colnago e Campagnolo.

Il suo non è stato un restauro conservativo, ma più un restyling che ha unito l’aspetto prevalentemente retrò del telaio a quello più moderno di alcuni nuovi componenti utilizzati.

Infatti la decisione più drastica è stata quella di adottare il gruppo Campagnolo Athena 11v ed i cerchi in alluminio a medio profilo per rendere la bicicletta più performante e sicura nelle uscite con i suoi amici ciclisti.

Quello che però colpisce maggiormente di questa Colnago Mexico è la serie di incisioni realizzate sulla guarnitura, nel reggisella e sull’elegante coppia di freni Delta Campagnolo, che unite alla grande qualità della verniciatura ed alla sella personalizzata in pelle, hanno reso questa bicicletta veramente unica.

 

Colnago Mexico

Via: cycleexif

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Moser Pista vintage. Orgoglio Italiano

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Questa Moser Pista degli anni 70-80 non è soltanto una splendida bicicletta vintage, ma un’icona che rappresenta l’eccellenza italiana nella costruzione di bici professionali e ci fa rivivere i successi del grande campione del ciclismo Francesco Moser.

Conosciuto principalmente per la sua straordinaria carriera di ciclista su strada con ben 273 vittorie da professionista e quindi terzo assoluto a livello mondiale, alle spalle di Eddy Merckx (426) e Rik Van Looy (379), Francesco Moser è stato anche un’eccellente pistard conquistando un Campionato del Mondo ad inseguimento nel 1976, cinque Campionati Italiani ed aggiudicandosi quindici vittorie nella Sei Giorni.

Ma la sua più importante affermazione su pista fu nel 1984 dove a Città del Messico riuscì a battere il Record dell’Ora (massima distanza percorsa in un’ora) che apparteneva da dodici anni a Eddy Merckx. Grazie anche all’uso di un nuovo tipo di bicicletta con ruote lenticolari, il 19 gennaio stabilì il record di 50,808 km, portandolo quattro giorni dopo a 51,151 km.

Successivamente Francesco Moser intraprese anche l’attività di costruttore di biciclette e questa Moser Pista che vedete nelle immagini è una delle sue eleganti creazioni destinata alle competizioni nei velodromi di tutto il mondo.

Classica e pulita geometria da pista in voga in quel periodo, telaio e forcella in leggero acciaio cro-mo, piega ed attacco competizione 3ttt e gruppo completo del mitico Campagnolo Record Pista.

 

Moser Pista

Francesco Moser Record dell'Ora

Foto: thebikeplace

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Tebag TYP Ferdi Kübler. Switzerland 1954

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Tebag è uno storico marchio di biciclette svizzero che è sempre stato legato al modo delle competizioni e questo modello del 1954 dedicato al famoso campione di ciclismo Ferdi Kübler ne è la prova.

Ferdinand “Ferdi” Kübler (Marthalen, 24 luglio 1919) è un ex ciclista su strada e pistard svizzero. Professionista dal 1940 al 1957, vinse un mondiale nel 1951, il Tour de France 1950 e due Liegi-Bastogne-Liegi. Fu anche protagonista nelle classiche più importanti, aggiudicandosi per la Freccia Vallone nel 1951 e nel 1952 nonché la Milano-Torino, quando aveva ormai 37 anni. Ha inoltre al suo attivo molti titoli nazionali sia su strada che su pista. Al 2015 è il più anziano vincitore del Tour de France e il più anziano ex-campione del mondo vivente.

La Tebag TYP che vi presentiamo oggi è un concentrato di eleganza e tecnologia, il massimo che si poteva desiderare in quegli anni per una bicicletta da corsa superleggera. Il telaio, realizzato con tubazioni Reynolds 531 ha la verniciatura originale con la classica livrea del Team Tebag dell’epoca. La bici è equipaggiata con con componenti al top : Campagnolo, Simplex, Weinmann, Brooks…

Queste le caratteristiche di questo bellissimo modello che si trova in svizzera e fa parte della collezione privata Speedbicycles.

Telaio e forcella: Tebag – Misure: tubo piantone 55cm c-c (56,5cm c-f), tubo orizzontale 55,5cm c-c, peso 10.57kg – Guarnitura ruota libera e catena: Simplex steel cottered 51/47t/Atom 4-speed freewheel/Sedis – Deragliatore anteriore e posteriore: Simplex JUY 543/Simplex – Mozzi, cerchi e coperture: Campagnolo 3-piece 36h LF/Weinmann 700/Continental Giro tubulars – Freni e leve: Weinmann Type 730/Weinmann + Simplex – Piega e attacco: Titan Aluminium 39cm c-c/Titan steel 75mm c-c – Sella e reggi sella: Brooks B17 Champion Narrow/steel candle 26.8mm – Vernice, cromature e decals: Team Tebag/front fork/Tebag

 

Tebag

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Fonte: speedbicycles

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Humber 3-Speed Path Racer 1932

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Humber 3-Speed Path Racer 1932

Fondata dall’ingegnere ed imprenditore Thomas Humber nel 1868, l’omonima azienda è stata una delle prime e più conosciute fabbriche inglesi a produrre biciclette in serie.

Rimasto nella storia per essere stato l’inventore della Safety Bicycle (1884) che fu l’antesignana dei moderni modelli di biciclette, Thomas Humber realizzò un consistente business nella produzione di tricicli e biciclette, migliorando negli anni continuamente la loro progettazione e realizzazione. I suoi prodotti erano così ben fatti e ben progettati che erano conosciuti come “the aristocrat among bicycles”.

La compagnia, lungo il corso della sua storia quasi centenaria, ebbe varie trasformazioni, sia societarie che di produzione, infatti nel 1914 passò ad essere quasi esclusivamente un’azienda di automobili. Le biciclette Humber comunque, diventate di proprietà Raleigh nel 1932, continuarono ad essere fabbricate fino agli anni ’60.

Humber 3-Speed Path Racer 1932, è questo bellissimo modello che vi presentiamo, e appunto segna un anno importante nella storia di questa iconica azienda britannica.

Notevoli già per l’epoca le innovazioni e la pregevole componentistica che ponevano questa bicicletta ad un alto livello di gamma.

 

Humber 3-Speed Path Racer 1932_oldbike_eu

Humber 3-Speed Path Racer 1932_oldbike_eu

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Humber 3-Speed Path Racer 1932_oldbike_eu

Fonte: oldbike.eu

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Molteni Team Replica. Colnago 1971

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La Molteni è stata una squadra maschile di ciclismo su strada italiana, attiva tra i professionisti dal 1958 al 1976. Fondata da Ambrogio Molteni, fu tra le più celebri degli anni sessanta e settanta. Lo sponsor principale era l’omonima azienda di prodotti alimentari con sede ad Arcore.

Il sodalizio vinse complessivamente 663 competizioni: 208 in Italia e 455 all’estero. Con la sua maglia gareggiarono 77 ciclisti italiani e 47 stranieri (37 belgi, 3 tedeschi, 3 olandesi, 3 svizzeri ed un lussemburghese), il più famoso dei quali fu Eddy Merckx, che in sette stagioni, dal 1971 al 1976, portò alla vittoria la sua squadra per ben 246 volte, mettendo inoltre a referto il Record dell’ora del 1972.

Questa bicicletta, appunto una Molteni Team Replica prodotta dalla Colnago nel 1972, è stata restaurata dalla svizzera Speedbicyles, mantenendola quanto più possibile fedele all’originale.

Frame/fork: Colnago, Italy. Crank/sprocket/chain: Campagnolo Record 53/46/Regina Oro 5-speed freewheel/Regina 80. Derailleur (rear/front): Campagnolo Nuovo Record/Campagnolo Record. Wheels (hub/rim/tire): Campagnolo Record 32h LF/Martano Strada 700*/VeloFlex Crono Barcelona 92 19mm tubulars. Brakes/levers: Campagnolo Record/Campagnolo Record. Bar/stem: Cinelli doble crest criterium 40cm c-c/Cinelli 1R 110mm c-c. Saddle/post: Selle Italia Sprint suede/Campagnolo Record 27.2. Geometry: seat tube 58.5cm c-c (60cm c-t), top tube 58cm c-c, weight 9.87kg.

 

Molteni Team Replica_Colnago 1971_urbancycling_18

Fonte: speedbicycles – wikipedia

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La vecchia Bianchi del nonno torna a pedalare

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Tutte le biciclette hanno una vita propria, un percorso e forse anche un anima che va oltre i limiti temporali. Questa è una storia come tante altre che parla di una vecchia bicicletta abbandonata in cantina per tanti anni e poi un giorno fatta rinascere.

La vecchia “Bianchi del nonno“,  certo non è il nome di un modello della gloriosa azienda Italiana di biciclette, ma simboleggia quello che è stato negli anni 50′-60′ il mezzo più utile e diffuso per gli spostamenti urbani.

Aveva macinato migliaia di chilometri su ogni tipo di terreno, sotto il sole, la pioggia e la neve. Aveva vissuto in simbiosi con il suo compagno e pedalato lungo il percorso della sua vita. Poi tutto cambia, il tempo passa e la mitica Bianchi rimane dimenticata in cantina, fino a quando dopo circa 50 anni, un raggio di sole torna ad illuminare quel vecchio rudere pieno di polvere.

Ed eccola qua, la vecchia “Bianchi del nonno”, in tutta la sua bellezza. Nera opaca, con quei freni a bacchetta, il carter ed i fregi della “marca” di Milano che fanno bella mostra sul telaio ed il manubrio.

La bicicletta ha mantenuto quasi  tutti i pezzi originali e volutamente la patina del tempo, per non cancellare definitivamente la sua anima. Una lussuosa sella Brooks in cuoio con molle ramate, (150th Anniversary Edition) ha contribuito non poco ad impreziosire il tutto.

Unica trasgressione è stata quella dell’impianto di illuminazione, sostituito per motivi di sicurezza da moderne luci a led.

 

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Fonte e foto: urbancycling.it ©

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Bicicletta Masi Gran Criterium USA 1974

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La Masi Gran Criterium rappresenta uno dei modelli più apprezzati della famosa casa di biciclette milanese, che ha contribuito a fare la storia del ciclismo italiano dal dopoguerra ad oggi.

Dal 1926 Faliero Masi, all’età di 18 anni, intraprese la sua carriera di corridore, inizialmente da dilettante e successivamente come professionista, partecipando a due edizioni del Giro d’Italia, nel 1931 e nel 1932.

L’amore per le due ruote non lo abbandonò mai, portandolo così a divenire, dopo il suo ritiro dalle competizioni, uno dei più apprezzati costruttori di biciclette da corsa… il “Sarto” che dal 1949, nel Laboratorio del Velodromo Vigorelli, confezionava le biciclette dei Grandi Campioni.

I più rappresentativi, furono: Aldo Bini, Fausto Coppi, Fiorenzo Magni, Alfredo Martini, Luison Bobet e più tardi, Jacques Anquetil, Roger Rivière, Antonio Maspes, Ferdinand Brake, Eddi Merckx, Rick Van Looy, Felice Gimondi e Vittorio Adorni.

Nel 1972 Faliero vende il marchio Masi ad un consorzio in California, per produrre un modello Gran Criterium per gli Stati Uniti.

La bici che vi presentiamo è proprio una di queste prodotte in america, un pezzo pregiato, facente parte della collezione svizzera Speedbicycles.

Telaio e forcella: Masi acciaio realizzato a Carlsbad, California – Guarnitura, pignoni e catena: Campagnolo Record 52/42/Regina Extra Oro 5-speed freewheel/Connex – Deragliatore posteriore e anteriore: Campagnolo Nuovo Record/Campagnolo Record – Mozzi, raggi e coperture: Campagnolo Record 36h LF/Mavic Monthlery Pro 700*/Continental Giro tubulars – Freni e leve: Campagnolo Record/Campagnolo Record – Manubrio e attacco: Cinelli Mod. Giro d’Italia 38cm c-c/Cinelli 120mm c-c – Sella e reggisella: Cinelli Unicanitor unpadded/Campagnolo Record 27.2 – Geometria e peso: Seat tube 60cm c-c (62cm c-t), top tube 58.5cm c-c, 10.20kg.

 

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Fonte: speedbicycles – Masi

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Il Velocino di Ernesto Pettazzoni. Una storia Italiana

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Erano i primi anni ’30, quando il Rag. Ernesto Pettazzoni, nel suo negozio bolognese di via D’Azeglio n. 16 inventa il Velocino, un singolare velocipede con il sellino sulla ruota posteriore e il manubrio ripiegato all’indietro.

Si tratta di una delle prime biciclette facilmente pieghevoli grazie alle ridotte dimensioni dovute alla piccola ruota anteriore di soli 10″. Nello stesso tempo il Velocino era un veicolo adattabile a varie tipologie di clienti (anche ai bambini e alle signore) ed a diversi utilizzi.

Si dice che anche Mussolini lo avesse apprezzato, come veicolo urbano compatto e facilmente trasportabile. Il progetto attirò così molte attenzioni, ma putroppo fu annullato dopo che l’Italia entrò in guerra nel secondo conflitto mondiale.

Purtroppo però questa pagina di storia ebbe un tragico epilogo, infatti il Rag. Ernesto Pettazzoni, inventore tra l’altro anche della sedia a sdraio, morirà suicida nel 1947, dopo il fallimento della sua azienda.

Negli anni a venire, diverse altre società di biciclette in Europa furono ispirate da questo rivoluzionario progetto. La Union of Holland nel 1964 introdusse la “Strano” disegnata da Bernard Overing di Deventer, e un anno più tardi, l’inventore tedesco Emil Friedman progettò un velocipede simile chiamato “The Donkey”.

Nel 1960, la famosa azienda inglese Raleigh produsse vari modelli di biciclette con design insoliti, tra i quali la loro rielaborazione del Velocino, che potete vedere in queste immagini.

Una versione moderna dello stesso invece è stata lanciata di recente dalla società italiana Abici ed ha avuto una favorevole accoglienza dal pubblico. Dopo un ritardo di oltre 70 anni, il design unico della bicicletta di Pettazzoni è finalmente tornato a vivere, ricevendo così il plauso che merita.

 

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Fonte: oldbike.eu

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Scapin Airone. Performance ed eleganza senza tempo

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Fondata nel 1957 da Umberto Scapin, corridore professionista di buon livello, l’azienda si pone da subito un obiettivo ambizioso: quello di realizzare prodotti di eccellenza tecnica e di grande qualità, dove il comfort di guida viene al primo posto.

La sfida viene raccolta nel tempo dai figli di Umberto, tra cui Stefano, a cui va il merito di aver portato il marchio alla fama fuori Italia. Design e tecnologia sono da quel momento un connubio inscindibile per Scapin.

Ne è un perfetto esempio questa Scapin Airone, un modello di bicicletta da corsa prodotta a fine anni ’80 che sintetizzza in modo ideale quello che è stata ed è la filosofia di questa storica azienda.

Il telaio è il punto culminante di questa biciletta, Scapin infatti  ha personalizzato i tubi Columbus SLX per renderli in grado di ospitare tutti i cavi internamente, ed è esattamente questo che rende l’elegante silhouette di questa bici semplicemente perfetta.

La tradizionale cromatura della forcella e del carro posteriore che contrastano con il rosso vivo del telaio, contribuiscono ancora di più ad esaltare la bellezza della bici.

Per quanto riguarda la componentistica, la Airone è dotata di un gruppo Campagnolo C-Record con i famosi freni Delta, che hanno fatto la storia del ciclismo per il loro design e l’ affidabilità.

Ultima chicca, la borraccia Campagnolo Biodinamica…

 

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Fonte: thebikeplace©

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Alex Moulton AM14. Road bike, England 1986

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Il Dr. Alex Moulton, ingegnere e inventore inglese specializzato nella progettazione di sospensioni, oltre 50 anni, fa ha promosso una piccola rivoluzione nel mondo della bicicletta .

Tutte le odierne bici con le ruote piccole, sono dovute a un debito di gratitudine all’originale struttura della Moulton ‘F’, che non solo ha introdotto e dimostrato il concetto di biciclette full-size con ruote piccole, ma dal 1962 ha anche utilizzato sistemi di sospensione frontali e posteriori per ottenere miglior comfort e prestazioni.

La bicicletta Moulton, sviluppata e raffinata costantemente nel tempo con soluzioni tecniche ed estetiche sempre all’avanguardia, è considerata tutt’oggi una vera e propria icona del ciclismo, non solo britannico ma mondiale.

Il modello che vi presentiamo oggi è una bellissima Alex Moulton AM14 del 1986, progettata per alte prestazioni su strada, con manubrio da corsa, livrea celeste metallizzato e l’immancabile bandiera inglese che la contraddistingue.

La bicicletta, con il tradizionale telaio a traliccio ed il doppio sistema di sospensioni, è progettata per essere “smontabile”, come del resto tutte le Moulton, che spesso vengono erroneamente inserite nella categoria delle bici pieghevoli.

Queste le caratteristiche della AM14 facente parte della collezione privata Speedbicycles.

Telaio/forcella: Reynolds 531 – Guarnitura/pignoni/catena: Campagnolo Super Record 62/53/Dura Ace-Moulton 8-speed freewheel/DID – Cambio ant/post: Campagnolo Super Record/Suntour Superbe – Ruote mozzi/raggi/pneumatici: Dura Ace 7400 28h LF/Moulton 17″/Wolber 32-369 excl. Moulton 17″ clincher – Freni e leve: Campagnolo Record/Campagnolo Super Record – Manubrio/attacco: 3ttt Mod. Competizione 40cm c-c/ITM 140mm c-c – Sella/reggisella: Flite Titanium grey/Moulton-SR – Peso: 11,35kg.

 

 

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Fonte: speedbicycles.ch

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Francesco Moser Modello Oro. Bici da corsa 1980s

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Questa Francesco Moser Modello Oro è una rarità assoluta perchè era il modello speciale della linea Moser ad inizio anni ’80 e ne sono stati prodotti soltanto 10 esemplari.

Il punto forte di questa splendida bicicletta da corsa è sicuramente il telaio. Realizzato in leggeri e robusti tubi Columbus SL, è stato sottoposto ad un placcatura in oro (Columbus Gold C1000 Gold Plating) che lo rende prezioso ed unico. In questa versione, il carro posteriore e la forcella sono cromati.

Per quanto riguarda i componenti, la Francesco Moser Modello Oro è dotata di un gruppo di Campagnolo Super Record, con movimento centrale e pedali in titanio, ma anche molti dettagli pantografati.

Completano la dotazione, l’attacco e il manubrio 3ttt, i cerchi Mavic SSC 700C, le coperture Vittoria Rally Tubolari 23-622, il nastro in pelle e una bellissima sella, Selle Royal CX.

 

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Fonte: thebikeplace

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Wilier Triestina. Gioiello Ramato by Ciclico

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Oggi parliamo della Wilier Triestina, fondata nel lontano 1906 a Bassano del Grappa da Pietro Dal Molin, è una delle aziende italiane che hanno fatto la storia del ciclismo.

Forse non tutti sanno che il nome Wilier deriva acronimo di W l’Italia Libera e Redenta. In seguito, nell’autunno 1945, furono ancora tanto forti i sentimenti popolari nei confronti della martoriata città di Trieste a far aggiungere alla denominazione l’aggettivo Triestina.

Negli anni settanta, forte dei numerosi successi conseguiti nelle competizioni di ciclismo a livello professionistico, venne ripreso il tipico color ramato delle Wilier di un tempo con il suo particolare processo di cromatura, divenuto simbolo della casa veneta.

La bicicletta presentata nel seguente articolo, si riferisce a un modello del 1988 detto, la “ramata” e restaurata con pazienza e perizia dall’officina italiana Ciclico.

Queste le specifiche di questa prestigiosa Wilier Triestina d’epoca.

Telaio. Colore: cromovelato – Anno: 1988 – Tubi: Columbus SLX – Misure: 58 x 57,5 cm – Reggisella: 27,2 – Pantografato: Wilier sul tubo di sterzo e nella testa forcella, Campagnolo nei forcellini, Columbus nel cannotto forcella, Cinelli nel ponticello freno posteriore – Fregio: Wilier in alluminio sul tubo di sterzo – Movimento centrale: italiano – Passaggio cavi freno e cambio posteriori: interni.

Montaggio. Serie sterzo: C-Record – Attacco: 3ttt – Piega: 3ttt Superleggero – Nastro: Almarc in pelle – Reggisella: C-Record Aero – Sella: San Marco Rolls – Guarnitura: Campagnolo C-Record 53×39 – Movimento centrale: C-Record – Ruota libera: Regina America 7 v. (13-26) – Catena: Regina America – Pedali e puntapiedi: C-Record – Cinghiette: Campagnolo – Deragliatore: a saldare C-Record – Cambio e manettini: C-Record – Leve freno: C-Record – Freni: Delta C-Record – Cerchi: NISI HR22 – Mozzi: C-Record 36H – Coperture: Vittoria Open Dry Road 700 x 20.

 

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Fonte: Ciclico Foto: Luca Fazzi

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Masi Special Pista. Vintage da velodromo

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Questa Masi Special Pista ci riporta immediatamente indietro nel tempo ed al ricordo del grande pistard Antonio Maspes, ben sette volte Campione del Mondo di velocità negli anni ’50 e ’60.

Non è ovviamente la sua bicicletta originale, ma il restauro del modello Special Pista che ricalca il design e le geometrie di quella che è stata una bici che ha fatto la storia del ciclismo su pista nei velodromi di tutto il mondo.

Questo gioiello di eleganza e tecnologia, come del resto tutte le biciclette realizzate dal mitico Faliero Masi, è il frutto di una stretta collaborazione tra telaista e atleta.

Quando nel ciclismo, computer e gallerie del vento non esistevano e tutto quello che si poteva fare per ottenere qualche cosa in più dal mezzo era compito della meccanica, lo possiamo ritrovare in questa bicicletta, portata fuori dagli standard dell’epoca dal connubio di due grandi e perfezionisti di quel ciclismo; Antonio Maspes e Faliero Masi.

 

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Fonte: thebikeplace – charliecycles54

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Somec Pista. Tradizione artigianale italiana dal 1973

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Abbiamo scelto questo bellissimo modello Somec Pista d’epoca, per omaggiare l’azienda romagnola che dai primi anni ’70 costruisce esclusive biciclette artigianali per le competizioni.

” La Romagna è per tradizione una terra dove la passione, la dedizione per il ciclismo è all’apice, e proprio un romagnolo (precisamente di Lugo di Romagna) Oliviero Gallegati “fanatico” di questo sport iniziò nel lontano 1973 a costruire biciclette da corsa esclusivamente su misura. Da qui nasce l’azienda Somec, nome dato dal fondatorei per identificare la sua Società Meccanica di produzione completamente artigianale di biciclette speciali da corsa.

Le prime vennero prodotte per i ciclisti della zona, mentre in seguito grazie anche alla partecipazione a fiere internazionali le biciclette Somec vennero apprezzate ed acquistate anche da clienti esteri affascinati da una lavorazione artigiana ad alto livello. Da quel lontano 1973 è stata fatta tanta strada ed ora le biciclette Somec sono esportate in tutto il mondo.

Legato alla necessità di contraddistinguere i prodotti Somec con un simbolo, vennero adottati: il Tulipano, scelto per l’eleganza e la varietà dei colori e il Cavallino rampante simbolo del famoso aviatore lughese Francesco Baracca vissuto tra l’800 e il ‘900.”

 

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Fonte: somec.com Foto: thebikeplace

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